.. "Spesso si dice che l’affinità è solo una questione “di pelle”, uno scambio simbiotico emozionale che mette in contatto l’uomo con ciò che più trova somigliante e attinente con le sue percezioni.
La pelle, la pelle che cambia, muta e si rigenera è l’elemento di confine con l’esterno e che prima di tutti gli altri sensi mette in contatto l’uomo con la vita, con lo spazio circo- stante fin dalla nascita perché, prima di vedere e udire, l’essere umano percepisce, attraverso il tatto, ciò che lo circonda. L’artista quando crea ha un contatto fisico con i suoi lavori: uno studio è pregno di odori di vernici, di colori, di solventi, di strumenti, di legno, di ferro e di sogni, è un insieme di strane cose che diventano poi elementi e sensuali visioni nelle quali ritrovarsi e perdersi.
Un artista abbisogna della fisicità, necessita che la sua pelle sia in relazione con la pelle dei materiali, stabilisce in tal modo un contatto con la forma che è plasmata e forgiata da chi fatica ad estrapolarla, anche se fosse recuperata da un semplice pezzo di legno riciclato, da un ferro arrugginito e abbandonato, è una creatività e fantasia che riesce a vedere oltre la struttura, oltre la pelle, l’artista compenetra quello che è solo visione o solo tatto, sa guardare, non solo vedere."..
2017 - 2018 | Padova “Centro culturale San Gaetano” | Mostra personale “La pelle del porfido”.
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2017 - 2018 | FRANCESCO RAMPIN | L'EMPATIA DELLE COSE: LA PELLE DELL'ARTE - Padova “Centro culturale San Gaetano”
.. "Spesso si dice che l’affinità è solo una questione “di pelle”, uno scambio simbiotico emozionale che mette in contatto l’uomo con ciò che più trova somigliante e attinente con le sue percezioni.
La pelle, la pelle che cambia, muta e si rigenera è l’elemento di confine con l’esterno e che prima di tutti gli altri sensi mette in contatto l’uomo con la vita, con lo spazio circo- stante fin dalla nascita perché, prima di vedere e udire, l’essere umano percepisce, attraverso il tatto, ciò che lo circonda. L’artista quando crea ha un contatto fisico con i suoi lavori: uno studio è pregno di odori di vernici, di colori, di solventi, di strumenti, di legno, di ferro e di sogni, è un insieme di strane cose che diventano poi elementi e sensuali visioni nelle quali ritrovarsi e perdersi.
Un artista abbisogna della fisicità, necessita che la sua pelle sia in relazione con la pelle dei materiali, stabilisce in tal modo un contatto con la forma che è plasmata e forgiata da chi fatica ad estrapolarla, anche se fosse recuperata da un semplice pezzo di legno riciclato, da un ferro arrugginito e abbandonato, è una creatività e fantasia che riesce a vedere oltre la struttura, oltre la pelle, l’artista compenetra quello che è solo visione o solo tatto, sa guardare, non solo vedere."..
2017 - 2018 | FRANCESCO RAMPIN | THE EMPATHY OF THE OBJECTS: THE ART’S SKIN - Padova “Centro culturale San Gaetano”
.."We often claim affinity has to do with « skin », an emotional, symbiotic exchange which keeps man in touch with what is most similar to his own perceptions.
The skin which changes and regenerates is a border-line element which first among all senses keeps man in contact with life, with the surrounding space since birth because the human being first perceives through touch what is around him, even before seeing and hearing.
When the artist creates he has a physical contact with his works: a studio is full of varnish smells, colours, tools, wood, iron and dreams, it’s a mixture of strange things that become elements and sensual visions in which to get lost and meet again.
An artist needs bodily presence, needs his skin to be in touch with the raw materials’ skin, he establishes a contact with shape which is moulded by those who struggle to get it out, in spite of it being recovered from a simple piece of recycled wood, a rusty, forgotten piece of iron, since it is only creativity and fantasy which can see beyond the surface, the artist can penetrate what can be perceived only through sight and touch, he can stare and not only see."..
2011 | FRANCESCO RAMPIN | CONVERGENZE E SIMULACRI | CONFLUENCES AND IMAGES - Padova “Oratorio San Rocco”
2011 | FRANCESCO RAMPIN | CONVERGENZE E SIMULACRI - Padova “Oratorio San Rocco”
.. "Il fatto di insistere in una combinazione di elementi organici e artificiali suggerisce l’attenzione riposta dall’artista allo studio del materiale: l’intento è quello di concepire forme nuove, non riconducibili a modelli preesistenti, quanto piuttosto suggerite dalle caratteristiche proprie della materia.
Pertanto, elementi industriali di scarto, ormai consumati dall’usura, si combinano, in una luce nuova, a materiali tradizionali come pietra, marmo e legno, raggiungendo formule espressive che sintetiz- zano tradizione – intesa nel recupero delle tecniche dell’incidere e del saldare – e simboli meccanici della civiltà moderna.
L’intervento da parte dell’artista è del resto pressoché minimo, nel rispetto delle irregolarità e delle ruvidità del materiale, il che, potenzialmente, assume una connotazione specifica anche da un punto di vista immaginativo, poiché suggerisce, nel pensiero dell’artista, un nesso tra elementi naturali e derivati di origine industriale, vale a dire implicazioni di ordine emotivo e spirituale dettate dall’unione (o dalla contrapposizione) di ciò che è della natura con ciò che deriva dall’artificio."..
2011 | FRANCESCO RAMPIN | CONFLUENCES AND IMAGES - Padova “Oratorio San Rocco”
.."The fact of persisting in a combination of organic and artificial elements suggests the attitude of the artist for what concerns the study of matter: his purpose is to think about new forms which do not refer to pre-existent models but recall to memory the specific features of the same matter.
Then industrial rejected elements, now worn by wear and tear, combine themselves, in a new light, with traditional materials, such as stone, marble and wood, reaching expressive forms which synthesize tradition and mechanical symbols of modern civilization. Of course, the concept of tradition refers to the reutilization of carving and soldering techniques.
The artist’s participation is almost very little, with respect to the irregularity and roughness of matter; this behaviour takes a specific connotation, also according to a creative point of view, because it implies a relation between natural and industrial elements, inside the artist’s thought. In other words, there are emotional and spiritual implications , which are suggested by the union (or by the contrast) of what belongs to nature with what derives from artifice."..